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L'asteroide in arrivo verso la Terra a settembre? Non ha senso preoccuparsi

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view post Posted on 18/6/2019, 08:00     +1   -1
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L'asteroide in arrivo verso la Terra a settembre? Non ha senso preoccuparsi

In rete si è scatenato un allarmismo ingiustificato per l'asteroide QV89 2006, che è sotto osservazione da parte delle agenzie spaziali ma è minuscolo e dovrebbe passare a oltre 6 milioni di chilometri da noi. La probabilità d'impatto? Appena lo 0,014%

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(Immagine: Science Photo Library/Andrzej Wojcicki/Getty Images)

Se avete voglia di leggervi qualche nuova catastrofica previsione apocalittica a proposito di enormi asteroidi che stanno per impattare sulla Terra, in queste ore in rete avete l’imbarazzo della scelta. La storia, ripresa anche in Italia da moltissimi siti, giornali e pseudo-giornali, è quella dell’asteroide QV89 2006, poco più di un sasso vagante nello Spazio che al momento secondo gli scienziati ha un’infima probabilità di entrare in collisione con il nostro Pianeta fra circa tre mesi.

Nonostante ci sia ben poco di cui angosciarsi, online si legge di un “enorme asteroide pronto all’impatto sulla Terra”, di “pericolo concreto” e di “incontro” tra la Terra e l’asteroide, quasi come se la catastrofe fosse ormai certa. Tra chi si è distinto per l’enfasi dell’allarmismo (tutti i link sono alterati, per non dare corda al clickbaiting) ci sono senz’altro Il Meteo (il pezzo è stato poi cancellato e sostituito con una nuova versione più soft che trovate qui) e Meteo Giornale, ma i titoli degli articoli pubblicati paiono un po’ troppo spinti rispetto alla realtà dei fatti anche per quanto riguarda Tpi News, Hd Blog e TgCom24, tanto per citare alcuni dei primi risultati di ricerca che compaiono su Google.

I numeri dell’asteroide, secondo le agenzie spaziali

Prima di qualunque valutazione di merito, vale la pena di mettere in ordine i dati scientifici su QV89 2006, un asteroide che effettivamente si sta avvicinando alla Terra e che, come suggerisce la seconda parte del nome, è stato identificato già 13 anni fa da parte del progetto Nasa Catalina Sky Survey. Si tratta di un corpo spaziale con un diametro di circa 40 metri, ossia medio-piccolo nel contesto generale degli asteroidi e certamente non catalogabile come “enorme”. Per fare un paragone, quello che si ritiene sia associato all’estinzione dei dinosauri di 66 milioni di anni fa si stima avesse un diametro di 10 chilometri. Al di là del gioco delle proporzioni, va notato che un oggetto così piccolo potrebbe sbriciolarsi più o meno completamente durante un eventuale ingresso in atmosfera e, anche nel caso più sfortunato in cui arrivasse a terra ancora tutto intero, causerebbe danni solo su scala iper-locale. Certamente sarebbe un evento storico e magari drammatico per un centro abitato, ma non più grave di molte altre calamità naturali a cui purtroppo assistiamo.

Ciò che è più importante, però, è che impatto con il nostro Pianeta non è affatto scontato, ma anzi è ritenuto estremamente improbabile dagli astronomi della Nasa e dell’Agenzia spaziale europea (l’Esa). Per dare qualche numero, la probabilità di impatto è stimata inferiore a una su 7mila (per la precisione, 1 su 7.299), corrispondente in percentuale allo 0,0137%. Ciò su cui tutti sono d’accordo è comunque la data in cui l’asteroide raggiungerà la minima distanza dalla Terra, ossia il prossimo lunedì 9 settembre, in particolare intorno alle 9:00 del mattino.


In quel momento, alla velocità di circa 12 chilometri al secondo, QV89 dovrebbe passare a 6,7 milioni di chilometri dal nostro Pianeta, vale a dire a una distanza 15 volte più grande rispetto alla separazione Terra-Luna e non definibile nemmeno ravvicinata. Il fatto che la probabilità d’impatto sia ritenuta bassissima ma non nulla è imputabile al margine di incertezza che accompagna le previsioni astronomiche, poiché potrebbe esserci qualche imprecisione nella raccolta dei dati o nel modello di previsione della traiettoria spaziale. Nei prossimi giorni le stime saranno comunque riviste e perfezionate sulla base dei nuovi dati raccolti. Per completezza, i prossimi passaggi ravvicinati dello stesso asteroide saranno nel 2032, nel 2045 e nel 2062.

Dal clickbaiting alla fantascienza

Per riuscire a generare il panico a partire da questi dati di per sé poco allarmanti, evidentemente non basta esagerare con le parole, ma occorre giocare un po’ con i contenuti. Negli articoli già citati, in particolare, emergono colpevoli omissioni, errori scientifici e numeri in libertà, il tutto per alimentare la tensione senza palesare troppo quei dettagli che potrebbero far immediatamente scemare qualsiasi timore.

Tpi News, per esempio, una volta riporta la probabilità d’impatto corretta (0,014%), e una volta quella sbagliata (0,13%). Inoltre come valore minimo della distanza tra le orbite della Terra e dell’asteroide, non riferita al 9 settembre ma in generale, indica 0,00001 unità astronomiche (ossia 1.496 chilometri) anziché 0,00007 (10.470 chilometri). Poco chiara è anche la definizione degli asteroidi Apollo, un gruppo di oggetti potenzialmente pericolosi per la Terra di cui anche QV89 fa parte. Nell’articolo si legge infatti che “in questa categoria si inseriscono quei corpi che hanno un’orbita inferiore alla distanza compresa tra il Sole e la Terra”, ma se così fosse non potrebbero mai colpire il nostro Pianeta. In realtà le caratteristiche necessarie sono due: da un lato un raggio orbitale massimo maggiore di quello terrestre, e dall’altro almeno un tratto dell’orbita che passi più vicino al Sole di quanto faccia la Terra.

La probabilità sbagliata dello 0,13% è stata ripresa anche da Meteo Giornale, mentre Blasting News ha titolato in modo ineccepibile, salvo poi indicare come probabilità d’impatto un totalmente inventato valore dell’1%. Il Meteo, invece, riporta correttamente le percentuali (auto-smentendo il proprio titolo allarmistico), ma fa anche un abile gioco di scelta dei grassetti, mettendo in evidenza frasi come “[l’asteroide è] considerato comunque di grandi dimensioni”, “il rischio è molto più grande di quanto si pensi” e “non deve assolutamente essere sottovalutato”. Da una lettura veloce, insomma, se ne potrebbe dedurre una conferma dell’allarme, mentre tra un grassetto e l’altro si trovano i riferimenti numerici che ridimensionano il tutto.

Una comunicazione del rischio equilibrata

Se molti siti hanno fanno notare, tanto per rincarare la dose di preoccupazione, che QV89 ha una dimensione doppia rispetto al meteorite di Chelyabinsk caduto nel 2013 in Russia, in quasi tutti i casi si è omesso di citare che l’evento del 9 settembre prossimo è il primo in ordine cronologico ma non il più significativo da tenere d’occhio. Secondo le stime di rischio fornite dall’Esa, infatti, varrebbe la pena di preoccuparsi un poco di più (ma comunque pochissimo) per DS1 2019, che ha grossomodo le stesse dimensioni di QV89 ma una probabilità d’impatto dello 0,13% in data 26 febbraio 2082.

Oppure ancora per gli eventi del 3 maggio 2074 e del 5 settembre 2095, quando due mini-asteroidi di diametro inferiore ai 10 metri sfioreranno la Terra con una probabilità d’impatto dell’1,2% e del 6,2% rispettivamente. In questi casi si tratta davvero di sassolini, ma le probabilità d’impatto non sono del tutto trascurabili. Nella categoria dei rischi speciali, poi, sono menzionati anche asteroidi di dimensioni notevoli, ma la prima data importante è nel 2185.

Se la difesa della Terra dai grandi asteroidi è un tema che merita senz’altro attenzione, affrontarlo in modo inadeguato come in queste ore hanno fatto due siti di meteorologia (come se tutto ciò avesse a che fare con le dinamiche dell’atmosfera, tra l’altro) crea solo confusione. E soprattutto, anziché affascinare il pubblico ai temi dello Spazio, genera spavento e disinformazione, in cambio di una misera manciata di click.

di Gianluca Dotti

Giornalista scientifico
 
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